A essere sinceri, non sono mai realmente partito.
Quando ho ricevuto la notizia che il mio libro sarebbe stato pubblicato, ho avuto subito chiara la necessità di cominciare a far crescere la mia “notorietà” nel web perché oggi, se non sei social non esisti, se non dimostri di valere non sei “acquistato”.
Mi ci sono buttato con buona conoscenza di quello da fare ma con scarsissima voglia di farlo perché molto distante dal mio modo d’essere e ora che dovrei spingere ancora più di prima, perché la data del lancio del libro si avvicina, invece perdo tempo.
Sì perché sono due mesi che progetto materiale per video di informazione, formazione, divulgativi… come piace al mezzo social, ma inevitabilmente trovo scuse per non cominciare.
I motivi sono molteplici ma sopra ogni cosa è difficile, per chi ha un’indole riservata, mettersi in piazza su una cassetta di legno e urlare ai passanti “guardatemi!” eppure è necessario perché sì la bravura e tutto il resto, ma non giriamoci attorno, la verità è che questi sono tempi superficiali nei diventano famosi quelli che fanno battutine e scenette da 30 secondi.
Ora, senza disprezzare loro che hanno trovato una dimensione che li soddisfa, tutti gli altri che come me vorrebbero anche evitare tutto questo rumore mediatico, si vedono costretti a dovercisi buttare se il loro è intento è una qualche forma di consenso pubblico, che poi porti un guadagno.
Nel mio caso il fatto è che sarei stato volentieri un autore di libri anni 80, ma anche 70. Con una vita riservata, una telefax per comunicare in modo “rapido”, al massimo una mail. Un libro ogni 16/18 mesi, una promozione di lancio qualche mese prima, un po’ di promozione dal vivo un paio di mesi dopo e poi via, a scrivere qualcos’altro… ma oggi non sono più quei tempi. Beati quelli che li hanno vissuti.
Come chiese Bellavista al Camorrista nel film, ma siamo sicuri che in fondo in fondo non stiamo facendo una vita di M@rda?!